Qual'è la differenza ciò che è BELLO e ciò che è SUBLIME ?
La differenza tra bello e sublime non sembra una domanda che riguarda noi appassionati del web ma non è così. Riflettere su certe tematiche filosofiche di "estetica" è importante per non dimenticare che nella progettazione di un sito internet non esistono solo le regole di usabilità od il CTR.
Un sito web è prima di tutto un opera dell'ingegno del suo creatore, poi un "oggetto" virtuale il cui valore è direttamente collegato al suo valore estetico ed al suo valore d'uso.
Un sito web è prima di tutto un opera dell'ingegno del suo creatore, poi un "oggetto" virtuale il cui valore è direttamente collegato al suo valore estetico ed al suo valore d'uso.
Il concetto di sublime fu introdotto nel dibattito estetico nel 1674 con la traduzione, fatta da Boileau, del "Trattato del Sublime. In questa prima fase il sublime è definito come ciò che conduce ad un’esaltazione senza limiti del sentimento travolgendo la ragione. Sarà l'inglese Burke che riprenderà, in una sua opera del 1756, questo concetto. Secondo Burke il sublime è la percezione contemporanea del senso dell'infinito e del terrore che nasce nell'uomo di fronte a ciò che non può comprendere. Tale duplice sentimento nascerebbe dalla percezione di ciò che è oscuro, disarmonico, indeterminato, cioè da tutto ciò che, proprio per non avere dei limiti precisi, da all'uomo l'idea dell'infinito.
Attraverso la mediazione di Burke il concetto di sublime arrivò sino a Kant che ne diede una trattazione sistematica.
Kant definisce il sublime come: quel sentimento prodotto da ciò le cui dimensioni sono tali da risultare incommensurabili con il soggetto umano. Quindi tutto ciò la cui vastità è tale per cui l'uomo non è in grado di ricondurlo alle sue dimensioni (alla sua scala).
Esistono, secondo Kant, due tipi di sublime:
- Il sublime matematico: in questo caso la vastità delle dimensione è data dalla "grandezza spaziale". Si ha quindi quando viene percepita qualcosa smisuratamente grande rispetto all'uomo. Kant fa l'esempio della vista del mare, del cielo o di una montagna.
- il sublime dinamico: (dinamico = dal greco "dynamys", forza, energia) in questo caso non si tratta tanto della percezione di una grandezza spaziale smisurata ma di una forza smisurata. Kant cita come esempio tutti quei casi in cui la natura si manifesta all'uomo come una minaccia alla sua stessa esistenza perché dotata di energie enormemente più ampie di quelle umane (mare in tempesta, uragano, terremoto, eruzione ...).
In entrambi i casi il sublime produce uno stato ambivalente del soggetto:
a) immaginazione-angoscia: attraverso la sua immaginazione l'uomo prova un senso di angoscia totale per la sua piccolezza (s. matematico) e per la sua impotenza (s.dinamico). Infatti di fronte a grandezze e forze talmente a lui superiori l'uomo prova un senso di annichilimento, l'uomo diviene in questo modo consapevole del valore quasi nullo della sua vita (esempio: quale valore attribuirebbe alla sua vita un organismo il cui ciclo vitale è di poche ore, se fosse in grado di essere consapevole della durata della vita umana?).
b) d'altra parte proprio nella percezione dei suoi limiti fisico-naturali, l'uomo diviene consapevole di sé come essere naturale ma che si distingue dalla natura per il possesso della ragione. Il senso di inferiorità che egli prova di fronte alla grandezza della natura viene in questo modo a capovolgersi nella consapevolezza della superiorità dell'uomo sulla natura in quanto essere razionale. Come sempre in Kant la dignità e superiorità dell'uomo risiedono nella consapevolezza che con la sua ragione egli acquista dei suoi limiti (per tornare all'esempio dell'organismo fatto precedentemente, si può notare che il difetto di quell'esempio consiste proprio nel fatto che nessun organismo a parte l'uomo può "essere consapevole". Proprio per il fatto di essere consapevole dei suoi limiti l'uomo raggiunge la certezza della sua superiorità sulla natura a cui manca la "consapevolezza".
Pertanto l'uomo si riscatta ed emancipa dalla sua finitezza in due modi:
a) si emancipa dal terrore prodotto dal s. matematico perché è in grado di concepire l'idea di infinito di fronte alla quale anche la più grande realtà naturale appare infinitamente piccola;
b) si riscatta dal senso di finitezza provato di fronte al s. dinamico, perché grazie alla sua ragione egli può dominare la natura.
a) immaginazione-angoscia: attraverso la sua immaginazione l'uomo prova un senso di angoscia totale per la sua piccolezza (s. matematico) e per la sua impotenza (s.dinamico). Infatti di fronte a grandezze e forze talmente a lui superiori l'uomo prova un senso di annichilimento, l'uomo diviene in questo modo consapevole del valore quasi nullo della sua vita (esempio: quale valore attribuirebbe alla sua vita un organismo il cui ciclo vitale è di poche ore, se fosse in grado di essere consapevole della durata della vita umana?).
b) d'altra parte proprio nella percezione dei suoi limiti fisico-naturali, l'uomo diviene consapevole di sé come essere naturale ma che si distingue dalla natura per il possesso della ragione. Il senso di inferiorità che egli prova di fronte alla grandezza della natura viene in questo modo a capovolgersi nella consapevolezza della superiorità dell'uomo sulla natura in quanto essere razionale. Come sempre in Kant la dignità e superiorità dell'uomo risiedono nella consapevolezza che con la sua ragione egli acquista dei suoi limiti (per tornare all'esempio dell'organismo fatto precedentemente, si può notare che il difetto di quell'esempio consiste proprio nel fatto che nessun organismo a parte l'uomo può "essere consapevole". Proprio per il fatto di essere consapevole dei suoi limiti l'uomo raggiunge la certezza della sua superiorità sulla natura a cui manca la "consapevolezza".
Pertanto l'uomo si riscatta ed emancipa dalla sua finitezza in due modi:
a) si emancipa dal terrore prodotto dal s. matematico perché è in grado di concepire l'idea di infinito di fronte alla quale anche la più grande realtà naturale appare infinitamente piccola;
b) si riscatta dal senso di finitezza provato di fronte al s. dinamico, perché grazie alla sua ragione egli può dominare la natura.
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Qual'è quindi la differenza tra bello e sublime ?
La differenza tra sublime e bello è dovuta al fatto che, mentre il sublime rivela un profondo disaccordo tra uomo e natura, il bello si fonda invece su di un loro armonico accordo.
a) bello: l'immaginazione o sensibilità, mostra all'uomo l'oggetto naturale che si caratterizza nella sua armonica organizzazione interna come corrispondente alla struttura dell'intelletto..
La differenza tra sublime e bello è dovuta al fatto che, mentre il sublime rivela un profondo disaccordo tra uomo e natura, il bello si fonda invece su di un loro armonico accordo.
a) bello: l'immaginazione o sensibilità, mostra all'uomo l'oggetto naturale che si caratterizza nella sua armonica organizzazione interna come corrispondente alla struttura dell'intelletto..
Pertanto tra i due termini, uomo-natura, si ha nel bello armonia o proporzione;
b) sublime: nel sublime si ha invece sproporzione e disarmonia in quanto il rapporto uomo natura vede la prevalenza sul piano naturale della natura rispetto all'uomo, mentre tale rapporto viene ad invertirsi sul piano della spiritualità. Da un punto di vista scientifico-naturalistico l'uomo appare come una parte della natura ed è sovrastato da quest'ultima, anche il suo intelletto appare finito e limitato Da un punto di vista razionale, l'uomo sovrasta la natura poiché con la sua ragione. che si differenzia in questo dall'intelletto, pretende di superare la stessa natura attraverso l'idea di infinito. L'idea di infinito non viene intesa da Kant in senso conoscitivo, poiché l'infinito è una realtà noumenica e quindi in conoscibile, ma acquista il valore di un’esigenza che è propria della natura umana ed a cui l'uomo non può rinunciare.
Detto ciò, e lasciando in disparte le suggestioni filosofiche, la domanda che mi sorge è la seguente:
b) sublime: nel sublime si ha invece sproporzione e disarmonia in quanto il rapporto uomo natura vede la prevalenza sul piano naturale della natura rispetto all'uomo, mentre tale rapporto viene ad invertirsi sul piano della spiritualità. Da un punto di vista scientifico-naturalistico l'uomo appare come una parte della natura ed è sovrastato da quest'ultima, anche il suo intelletto appare finito e limitato Da un punto di vista razionale, l'uomo sovrasta la natura poiché con la sua ragione. che si differenzia in questo dall'intelletto, pretende di superare la stessa natura attraverso l'idea di infinito. L'idea di infinito non viene intesa da Kant in senso conoscitivo, poiché l'infinito è una realtà noumenica e quindi in conoscibile, ma acquista il valore di un’esigenza che è propria della natura umana ed a cui l'uomo non può rinunciare.
Detto ciò, e lasciando in disparte le suggestioni filosofiche, la domanda che mi sorge è la seguente:
- Meglio flash od xhtml ?
- Meglio un sito razionale od un sito emozionale ?
- Meglio un sito bello od un sito sublime ?
Nel web sono gli utenti a decidere e fino ad ora pochi webmaster hanno osato "sfidare" le capacità cognitive degli utenti ma credo che il WEB 3.0 capovolgerà il paradigma razionalistico che dilaga nelle interfaccie e nelle strutture dell'attuale web.
Un'altra domanda che non posso non fare è: gli utenti sarebbero disposti ad utilizzare un'interfaccia non usabile ma che sfida i loro limiti cognitivi ?
Un'altra domanda che non posso non fare è: gli utenti sarebbero disposti ad utilizzare un'interfaccia non usabile ma che sfida i loro limiti cognitivi ?