Puliti dentro, belli fuori
Ora che tutto brilla, lavatevi le mani e asciugatele bene
(!)… E, se ve la sentite e avete una certa dose di dimestichezza
con l’hardware (altrimenti lasciate perdere), preparatevi
a soffrire ancora. Perché c’è la pulizia interna.
Scollegate la presa dell’alimentazione e aprite il case. Se
non avete mai pulito l’interno del PC e se la macchina è
vecchia e posata sul pavimento, vi troverete davanti ad un
“bottega degli orrori”, con fiocchi di polvere sparsi ovunque
e mostruosi agglomerati di pulviscolo saldamente
ancorati a ogni componente. A parte lo sporco in sé, sempre
brutto da vedere, la rimozione delle polveri (che
andrebbe fatta almeno ogni 4-6 mesi) ha funzioni precise.
Si evita una riduzione della potenza del
processore, si prevengono
i guasti del sistema, si evitano fastidiosi tempi di
ripristino, si risparmiano i costi di riparazione, si allunga la
vita del computer.
In sostanza il problema principale è che la polvere intasa le
ventole e le griglie di dissipazione, con due effetti concomitanti.
Il primo è legato al fatto che ventole possono
veder ridotta la propria velocità di rotazione, disassarsi
(con possibile rottura) o bloccarsi completamente, azzerando
in questo caso il ricircolo dell’aria all’interno del PC,
soprattutto in prossimità dei dispositivi più delicati (il processore
e la scheda grafica). Il secondo effetto è legato alle
incrostazioni di polvere (sì, sono proprio incrostazioni)
nelle lamelle dei dissipatori passivi. La sporcizia genera un
indesiderato effetto di coibentazione, e riduce la capacità
dei circuiti di raffreddamento di cedere calore all’aria (che
già circola male a causa dell’appesantimento delle ventole).
Quello che non può mancare nella vostra cassetta degli
attrezzi è: un buon aspirapolvere a bassa potenza, aria
compressa e i soliti bastoncini per le orecchie.
Tolta qualsiasi fonte di alimentazione elettrica e aperto il
case, scaricate l’elettricità statica dalle mani appoggiandole
su un grande oggetto in metallo, magari un calorifero.
Bloccate delicatamente la ventola della CPU con una
penna o una matita, e pulite quello che potete con un pennello
morbido. Non avvicinate l’aspirapolvere alla ventola,
e limitatevi ad aspirare da una certa distanza la polvere
rimossa con il pennello: usate direttamente l’aspirapolvere
solo sul fondo del case, e solo se si tratta di un modello a
sviluppo verticale (tower), senza avvicinarvi alla scheda
madre. Altra cosa importante: se non lo avete già fatto,
raccogliete i cavi accorpandoli tra loro.
Consigliamo di
legarli con fascette in plastica, che potete compare per
pochi centesimi in un negozio di ferramenta, o con nastri
di velcro, un po’ più costosi ma regolabili e rimovibili.
Questa operazione, oltre a conferire un aspetto più ordinato
all’interno del PC e a facilitare l’accesso alle componenti,
assicurerà una migliore circolazione dell’aria all’interno
del cabinet.
Passate poi alle ventole generiche e ai dissipatori, facendo
il “lavoro pesante” con l’aria compressa, aiutandovi con un
pennellino, e utilizzando l’aspirapolvere a distanza per
impedire che la polvere rimossa ricada altrove. Per pulire
le ventole della scheda grafica, se esposte, dovrete probabilmente
smontarla: fastidioso, ma ne vale la pena. Anche
in questo caso lavorerete di pennellino e aria compressa.
Per quanto riguarda i dissipatori passivi (soprattutto quelli
della CPU), se la polvere vi si è depositata da molto
tempo, potrebbe rivelarsi saldamente abbarbicata alle
lamelle. In questo caso dovrete ricorrere anche ad un uso
attento e meticoloso dei soliti Cotton Fioc…
Compiute queste operazioni potete rimontare tutto e chiudere
il PC, sicuri che il futuro della vostra macchina
sarà più brillante. In tutti i sensi.
“La sporcizia sulle tastiere è sicuramente una
realtà.Anche in ospedale, e persino in sala
operatoria, dove questi apparati sono molto
presenti, il problema è sentito.Tanto che alcune
industrie presentano tastiere completamente
igienizzabili, che si possono immergere”, spiega
Michele Lagioia, vicedirettore sanitario dell’Istituto
clinico Humanitas di Rozzano (Milano) e specialista
in Igiene e medicina preventiva.
“In ufficio la situazione è diversa, in quanto gli addetti
alle pulizie sono spesso esortati a non toccare le
apparecchiature.Del resto la tastiera, data la sua
forma, è difficilmente pulibile.In ogni caso, se
pensiamo al PC di casa, toccato solo da noi,
notiamo che il problema deriva soprattutto dalle nostre
mani, che si portano dietro vari tipi di sporco.
Basterebbe lavarle più spesso per scongiurare gran
parte dei rischi.Devo anche dire che tutto quello che si deposita sul computer, contaminanti fecali,
influenza, clamidia, micoplasma, stafilococco aureo eccetera, se arriva da noi e torna a noi, è
relativamente poco pericoloso”. Non possiamo autoinfettarci…
Cosa dire con la pandemia alle porte?
“Larga parte dei piani contro l’influenza A H1N1 prevede anche l’igienizzazione dei PC.
I consigli dei produttori di disinfettanti e altri prodotti per pulire i computer devono trovare riscontri
presso gli utilizzatori.Tanto più che, lo ripeto, basta lavarsi bene le mani e usare per la tastiera un
disinfettante a base di alcol, o ammonio o clorexidina.Sul lavoro bisogna che le imprese addette
alle pulizie abbiano input precisi su cosa pulire e come pulirlo”.
Rilancia Piercarlo Salari, pediatra, ricercatore, pubblicista e
formatore di medici: “I tasti in genere sono collettori di
microrganismi anche per attrazione elettrostatica.Gli interstizi
sono caldi e lo strato che si crea, magari composto da residui
di trucchi e cibo, crea un habitat ideale.Se più persone usano
la stessa tastiera e non osservano qualche norma igienica,
il rischio aumenta.E il rischio si chiama soprattutto clamidia”.
Di cosa si tratta?
“Di un’entità a metà strada fra un batterio e un virus, di un
patogeno intracellulare: penetra fisicamente nelle cellule stesse.
Dunque per curarlo servono antibiotici specifici.Colpisce
soprattutto l’apparato respiratorio e l’occhio, con forme che
tendono a cronicizzarsi”.I sintomi? “A livello oculare abbiamo
lacrimazione, secrezione, fastidio alla luce, disturbi della
concentrazione e a volte pus.Per l’apparato respiratorio parliamo
di infezioni alle tonsille e di una subdola forma di polmonite”.
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