RoboCup

I creatori della Robot World Cup Initiative,  abbreviata in RoboCup, hanno le idee chiare. Tra la creazione dei primi aerei e il successo della missione Apollo corrono circa cinquant'anni e altrettanti ce ne sono tra la realizzazione del primo computer digitale e la vittoria di Deep Blue contro il campione mondiale di scacchi Kasparov.
E allora, cosa ci impedisce di pensare che tra cinquant'anni avremo una squadra di calcio completamente robotizzata?
Inseguendo un goal Su Internet sempre più persone si interessano di robotica. Si sta creando una miscela esplosiva che potrebbe accelerare incredibilmente lo sviluppo dei robot sfruttando la più grande forza esistente: la cooperazione. L'importanza di RoboCup è proprio questa: fornisce uno scopo comune, certo difficile da raggiungere, ma comunque credibile e affascinante.
La risposta dei ricercatori alla curiosa iniziativa non si è fatta attendere: al primo torneo, svoltosi nel 1997 in Giappone, parteciparono oltre quaranta squadre.
A Parigi, l'anno successivo, le squadre erano una sessantina. Oggi ce sono più di cento e - per la gioia dei tifosi nostrani - si distingue fra tutte la nazionale italiana, vicecampione del mondo nella Middle-Size League. A ogni incontro di campionato, il successo di pubblico è notevole. Forse non tale da riempire gli stadi, ma comunque sorprendente se si pensa che gli spettatori sono intenti a seguire le goffe azioni di un gruppetto di robot che cerca di spingere un pallone arancione in un campetto grande al massimo 9 per 5 metri.
A Stoccolma, c'era anche una sezione apposita per il cagnolino elettronico Aibo, sponsorizzata dalla Sony. A dire il vero, la loro esibizione faceva più che altro tenerezza, ma ha contribuito ad aumentare l’interesse intorno alla sezione di RoboCup dedicata ai robot dotati di gambe.
C'è poi la sezione Junior, dove si confrontano robot costruiti con tecnologie ben più economiche ma non per questo meno impegnative e significative. 

I robot che giocano a calcio in completa autonomia sono chiamati a un compito davvero difficile: per seguire la palla, e allo stesso tempo gli avversari, i robot devono infatti essere in grado di agire in tempo reale, interpretando immagini e dati sensoriali. L'interazione avviene utilizzando le sole risorse dell'intelligenza artificiale: dopo anni di prove e simulazioni i robot hanno imparato a disporsi da soli tra difesa, centrocampo e attacco, passando la palla al compagno solo quando non è marcato… “a robot”! Quest'anno si vedrà una novità non da poco: si inaugura una sezione dedicata ai robot destinati al “salvataggio”. Mentre i “colleghi” giocano a pallone, loro cercano di imparare come salvare le persone dopo terremoti o altri eventi catastrofici.

Il principio è che, giocando a pallone, i robot imparino a compiere numerose operazioni che saranno poi utili anche in situazioni ben diverse. “Insegnare divertendo”, un principio vecchio come il mondo, è applicabile anche a chi su questo mondo c'è arrivato davvero da pochissimo... Uomini e robot

 Si dice in giro che dalla genetica: gli scienziati potranno "modificare" gli uomini in modo da renderli “migliori”, qualunque cosa significhi questa parola.

 E se invece arrivassero prima i robot? 
Che bisogno ci sarebbe di modificare gli uomini se risultasse più economico fabbricarne di “nuovi”. Probabilmente, tra cinquant'anni vedremo davvero gli “uomini robot” cercare di vincere la Coppa del Mondo. Forse non dovranno vedersela con noi, ma con uomini geneticamente migliorati. Comunque vada, sarà una sfida da non perdere. La nazionale di calcio italiano della robotica, medaglia d'argento agli ultimi campionati del mondo della Middle-Size League, è stata creata dall'Università degli Studi di Parma in collaborazione con altri sei atenei italiani.

Si tratta di "semplici" computer con processore con ruote motrici indipendenti, pistoni per calciare la palla e due telecamere che fungono da occhi. La comunicazione tra i robot è realizzata tramite una rete “wireless” (ossia senza fili) che permette il coordinamento e lo scambio di informazioni tra i “giocatori” di ogni squadra. A gestire le azioni e i comportamenti del robot provvede un sistema di controllo costruito a partire dal sistema operativo Linux. Le squadre sono composte da quattro giocatori e ogni partita dura dieci minuti.
Il pallone, un modello Fifa size 4, viene calciato tramite la spinta di due attuatori ad aria compressa.

> I campionati delle cinque leghe

Simulation League
I robot sono software intelligenti, che si scontrano su un campo da gioco virtuale.

• Small-Size League (F-180)
I robot-giocatori sono cinque e competono su un campo delle dimensioni di un tavolo da ping-pong.

• Middle-Size League (F2000)
I robot giocatori seguono le regole ufficiali della FIFA: sono quattro e giocano partite da dieci minuti l'una.

Sony Legged Robot League
Riservata ai piccoli cani-robot Aibo, prodotti da Sony.

Humanoid League
Robots dalle caratteristiche estetiche del corpo umano



Finale Robocup 2013



Tutto è pronto per il 


  • RoboCup 2014, João Pessoa, Brasile: Luglio, 19-25th, 2014

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